Imprenditori chiedono ai lavoratori di aprire partite Iva per aggirare i costi di contribuzione
Non più dipendenti ma partite iva che svolgono incarichi professionali. E’ questa l’ultima trasformazione del dipendente edile, voluta da molte aziende con l’obiettivo manifesto di evitare gli obblighi contrattuali e previdenziali. A farne le spese i lavoratori presi nella morsa di una feroce crisi del settore che ha decimato aziende e addetti. Il bilancio dell’edilizia nell’ultimo biennio è impressionante : persi 1.197 posti di lavoro , chiuse 178 imprese. Cinque anni fa gli addetti erano circa dodicimila, oggi sono 5.900.
“Vi sono solo timidi segnali di superamento della crisi. I lavoratori del comparto edilizio- dice il segretario generale della Filca Cisl Lazio sud, Francesco Rossi – stanno pagando un prezzo alto. La disoccupazione colpisce le loro famiglie, in particolare quelle dove entrava un unico stipendio. Si aggiunga che si tratta, in maggioranza, di immigrati e che, pertanto, non possono contare sul sostegno delle reti familiari. “
I dati elaborati da Filca Cisl di Latina hanno evidenziato che è in corso una trasformazione delle realtà produttive, con un incremento delle piccole unità. La media di addetti per azienda è scesa a 2,3 dipendenti per impresa (denunciati presso la cassa edile della provincia di Latina). Questo induce a pensare che vi sia una crescita delle unità artigiane.
Contemporaneamente aumentano le partite Iva. Diversi imprenditori – come raccontano alla Filca Cisl numerosi lavoratori – inducono i propri dipendenti ad aprire la partita iva, per eludere i costi del lavoro
subordinato ed evadere le piu’ elementari norme di sicurezza, contributi previdenziali e fisco. La Filca Cisl Lazio Sud, prima organizzazione sindacale della provincia del settore, esprime la convinzione che per fronteggiare la perdurante crisi economica è necessario partire proprio dalla buona edilizia. In primo luogo dalle opere per la messa in sicurezza del territorio e la prevenzione dei dissesti idrogeologici . “Intorno al settore delle costruzioni – dice Rossi – ruotano almeno altri trenta settori: dal calcestruzzo ai conglomerati bituminosi , dalla plastica al ferro, dal vetro alla ceramica.Crediamo che l’edilizia rappresenti, tuttora, il volano dell’economia e possa ridare slancio ed ossigeno ad una provincia in affanno. Oggi più che mai è importante avviare le opere già cantierabili.
Nel contempo è necessario rivedere le regole di aggiudicazione degli appalti, sia pubblici che privati. Occorre eliminare il criterio del massimo ribasso e introdurre il criterio di congruità (1). Occorre introdurre la patente a punti (2) per le imprese e creare una white list (3). Si tratta di evitare che le imprese regolari subiscano la concorrenza delle imprese che evadono qualsiasi versamento contributivo fiscale e previdenziale ed inseriscono nella filiera produttiva le false partite iva.”
In questa fase il sindacato è impegnato anche nel rinnovo del contratto collettivo provinciale , scaduto il 21 giugno scorso.”Siamo preocupati – continua Rossi – in quanto gli eventuali benefici per gli aumenti in busta
paga potrebbero essere erosi dall’incremento delle tassazioni locali e regionali”.
(1) Il criterio di congruità nell’appalto deve tendere ad evitare che possa risultare aggiudicataria una ditta che, per l’esiguità del prezzo offerto, non sia poi in grado di assicurare una prestazione adeguata alle esigenze che si vuole soddisfare con l’appalto indetto”
(2) La patente a punti risponde alla richiesta dell’articolo 27 del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro che richiede un sistema di qualificazione per le imprese. Prevede di ottemperare a tale adempimento con un sistema valutativo che premi in primo luogo aziende che mostrino di: non avere nessun procedimento in corso né condanne definitive (requisito di onorabilità); possedere adeguati requisiti di capacità tecnicofinanziaria; designazione di almeno un Responsabile del servizio di prevenzione e protezione; designazione di un responsabile tecnico del cantiere che deve essere in possesso di adeguato titolo di studio e che deve aver frequentato specifici corsi di formazione.
(3) elenchi, costituiti presso le Prefetture, nati per velocizzare le verifiche antimafia nelle categorie di appalti della filiera dell’edilizia.